Il Bari, dopo il pareggio interno del San Nicola contro l’Acireale, è subito richiamato alla vittoria, per non vedersi ridurre ulteriormente il vantaggio di nove lunghezze sulla Turris, proprio prima della sosta. Mister Cornacchini, presentatosi ieri in sala stampa per la consueta conferenza, ha già mostrato le insidie in cui potrebbero incappare i galletti nella trasferta di domani, in programma a Messina: "L'unica cosa è che non giocano più nel campo grande del Messina, giocano ora su un sintetico piccolo, questo potrebbe creare qualche difficoltà. Non sono scuse”. Ha ragione il mister biancorosso, perché i suoi ragazzi stavolta troveranno tutt’altro campo rispetto al San Filippo, che accolse il primissimo Bari, ancora scottato dal tragico fallimento. Il San Filippo fece dimenticare ancora per una domenica la serie D, grazie alla sua capienza di 38.000 posti, che lo rendono il più grande impianto siciliano. Da allora, tanta acqua è passata sotto i ponti e chissà che a Messina, dove il cammino del Bari ebbe inizio, non possa il campionato del girone I incanalarsi verso quella parola fine tanto cercata dai baresi. 

“Oggi abbiamo lavorato con un'aggiunta: la giocata già dal centrocampo per allenarci a trovare spazi quando gli spazi non ci sono. Poi magari verranno a prenderci alti, ma probabilmente sarà una partita sulla difensiva la loro, peraltro su un campo piccolo che crea vantaggi a loro”. Cornacchini, memore di Bari-Acireale, ha iniziato a prendere le sue contromisure, per non farsi cogliere impreparato. Ecco allora che la ricerca degli spazi, con continui movimenti degli attaccanti, potrà risultare decisiva. In modo particolare nelle partite chiuse e fisiche in cui il Bari, spesso, sarà chiamato ad affrontare, da qui alla fine del campionato.

Il mister poi continua a voler dare fiducia al modulo scelto: “Non cambieremo modulo, non bisogna stravolgere nulla”. Il Bari si sta avvicinando sempre di più al rush finale. Il cambio modulo, in questo momento storico, potrebbe risultare dannoso per i suoi ragazzi. Più che il modulo, il vero problema sembrano gli stimoli dei calciatori, che non dovranno mai mancare domani e in tutte le partite a venire.

Così come la scelta del 4-2-4 pare essere accantonata“Quando però lavori con due punte, più Floriano e Piovanello, la problematica è reggere quattro attaccanti puri. I due mediani devono morire”. Troppo complicato reggere questo modulo iperoffensivo per gli interi 90 minuti, ci sarebbe un dispendio enorme delle energie soprattutto per i centrocampisti. Più facile invece utilizzarlo, in casi estremi, quando il risultato non si sblocca, con l’esempio lampante dell’ultima gara.

Infine, il mister ha lanciato un segnale ai suoi attaccanti, che non devono mai cullarsi dei gol realizzati. Nessuno di loro ha il posto assicurato in attacco, se non svolgono il necessario lavoro sporco richiesto: “Io chiedo molto agli attaccanti, a prescindere dal gol. Il gol è una conseguenza: la priorità è la squadra, il risultato”.

Sezione: Focus / Data: Sab 02 marzo 2019 alle 17:30
Autore: Gabriele Bisceglie
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