Si è fatto quel che si è potuto. E non è bastato. Il Bari, condannato a sorbirsi un altro anno in serie C dal colpo di testa di Kargbo che ha promosso in B la rivale Reggiana, paga gli errori commessi durante l’anno, nel corso del quale, realisticamente, non è praticamente mai stato seriamente in lotta per la promozione diretta, come sarebbe dovuto essere secondo i pronostici di inizio stagione. Ripercorriamo, allora, partita per partita, il percorso che ha condotto i galletti alla maledetta notte di ieri, a Reggio Emilia.
AGOSTO – Il mese delle illusioni estive, e, a ben guardare, dei primi scricchiolii. Un Bari reduce dal ritiro di Bedollo, con in rosa arrivi di grido come Antenucci e Costa dalla Spal, rinuncia alla classe di Brienza, che appende gli scarpini al chiodo per diventare brand ambassador del club. Confermatissimo Cornacchini, in panchina. Restano capitan Di Cesare e Simeri. La squadra viene rivoluzionata, con acquisti importanti come Frattali in porta, Sabbione, Perrotta e Berra in difesa, Schiavone e Scavone in mezzo, Terrani, D’Ursi e Ferrari in avanti. La prima gara ufficiale, in Coppa Italia di C, è un sofferto 3-2 con la Paganese. Nota lieta, la doppietta di bomber Antenucci, ed il primo acuto di Kupisz. Ma, nel girone, c’è anche l’Avellino, che punisce i galletti, con un rigore di Di Paolantonio, e li elimina dalla competizione. I primi accenni di polemiche vengono sopiti dalla vittoria sul campo della Sicula Leonzio, alla prima di campionato. Ancora Antenucci, dagli undici metri, e D’Ursi, consentono ai biancorossi di iniziare bene, ma il gioco latita.
SETTEMBRE – Il mese che condiziona un intero campionato. Il mercato regala gli ultimi rinforzi, con il ritorno di Bianco e l’approdo di Awua in riva all’Adriatico. Ma l’esordio casalingo in campionato è un fallimento, con la Viterbese che maramaldeggia al “S. Nicola”. I tre punti conquistati, in pieno recupero a Rieti, salvano la panchina dell’allenatore, che pareggia la gara seguente, in casa con la Reggina. Cornacchini non si salva, però, dopo la cocente sconfitta con la Virtus Francavilla. Siamo alla quinta giornata, ed il progetto tecnico sul quale è stata costruita la rosa viene sconfessato. Cambio tecnico, Vivarini in sella. Un pari nel derby con il Monopoli e la vittoria con il Picerno, con il primo gol stagionale di Simeri, aprono l’esperienza del tecnico abruzzese, che già lascia intendere di non avere gli uomini giusti per il suo gioco.
OTTOBRE – Partenza sprint, Cavese e Ternana lasciano le penne al “S. Nicola”. Ma il pari di Avellino riporta tutti alla realtà, nulla è facile in Lega Pro. Battuto il Catanzaro, arriva un altro punto esterno, a Catania. E la capolista Reggina, ancora imbattuta, dista già sei lunghezze.
NOVEMBRE – La Vibonese strappa un punto a Bari, ma la squadra reagisce e vince due trasferte di fila, a Bisceglie e Pagani. Gli automatismi, tuttavia, non sono perfetti, e si vede nell’impegno casalingo con il Teramo, che raggiunge gli uomini di Vivarini al 91'. Quinti in graduatoria, a dieci punti dalla prima. Un po’ di malcontento c’è.
DICEMBRE – Il miglior momento stagionale. Il club infila tre vittorie su tre, con Rende, Potenza e Casertana. Il campionato si ferma, causa sciopero della Lega Pro, che fa saltare l’ultima gara pre-natalizia. A metà stagione, il Bari è secondo, a pari punti con il Potenza, a quota 39. Il problema è che la Reggina è lì, in cima, distante dieci punti, e non ha ancora perso.
GENNAIO – Si riprende il 12, ed il pareggio di Viterbo è funestato dall’infortunio di Hamlili. Doppio turno interno, con Rieti e Sicula Leonzio, e 6 punti in saccoccia. Il mercato invernale porta in dote Maita, Laribi, Costantino e Ciofani, più Pinto, che non vedrà mai il campo. Vanno via Floriano, Kupisz, Neglia, Ferrari ed Awua. Di fatto, viene rinnegata, almeno in parte, la campagna acquisti estiva. Si arriva così allo scontro diretto con la capolista, che ha patito un paio di battute d’arresto ed è a -6. Ma, a Reggio Calabria, non vien fuori nulla più che un pari.
FEBBRAIO – Virtus Francavilla regolata per 2-0, e poi arriva la trasferta di Monopoli, con un sofferto 2-2. Il Picerno soccombe al “S. Nicola”. Ma in trasferta non si vince più, ed a Cava dei Tirreni arriva solo un altro punto, così come a Terni. I reggini sono di nuovo a dieci lunghezze di distacco, il sogno della promozione diretta si allontana.
MARZO/GIUGNO – Avellino battuto 2-1, e l’ennesimo pari fuori casa, a Catanzaro. Si arriva così allo stop per Covid-19. Un Bari che si è affidato soprattutto alla verve realizzativa di Antenucci, con i suoi 20 gol, ben supportato da Simeri, che chiude a 10 reti, conclude la stagione al secondo posto, a -9 dalla Reggina, che si guadagna così la serie B. Iniziano mesi complessi, durante i quali si rincorrono le ipotesi sul prosieguo del campionato. Si pensa di sorteggiare la quarta squadra da promuovere, insieme alle capoliste dei tre gironi, ma questa balzana idea viene infine abbandonata, così come l’astruseria di affidare il salto di categoria ad un misterioso algoritmo. Passata la fase acuta dell’emergenza epidemiologica, si decide per la soluzione più logica, il ritorno in campo, con i playoff in formato ridotto.
LUGLIO – Veniamo alle recenti disavventure, ed a come si sia riusciti a vanificare in una sola sera un anno di lavoro. Un Bari fermo da 4 mesi, qualificato di diritto ai quarti di finale playoff, riesce con fatica a passare gli ostacoli Ternana, con un pareggio sul proprio campo che vale il passaggio del turno in ragione del miglior posizionamento in graduatoria, e Carrarese, battuta solo ai supplementari, con il risultato finale di 2-1. L’appuntamento con la storia, ieri a Reggio Emilia, contro i padroni di casa, con il fattore campo deciso da un altro algoritmo. L’infortunio di Simeri, dopo pochi minuti di gioco, i due pali colpiti dagli avversari. Un primo tempo difficile, ed una ripresa che porta, al 50’ la rete decisiva di Kargbo. Ed il rimpianto del gol annullato ad Antenucci, forse ingiustamente. Bisogna dare atto che una compagine che non ha mai vinto in trasferta nel 2020 e che, numeri alla mano, non è mai stata davvero in lotta per primeggiare nel proprio girone, ha tentato fino all’ultimo di centrare la cadetteria, mettendo in fila 27 risultati utili consecutivi. Ma l'impresa non è riuscita. A Vivarini e Scala, di comune accordo, il compito di costruire una squadra umile e divertente, che non debba essere stravolta durante la stagione, per puntare, l’anno prossimo, alla promozione diretta. Di playoff, dopo le sfortune degli ultimi anni, a Bari non si vuol sentir parlare.
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